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Luciano Marziano 2014 - L’ineludibile istanza espressiva.

   Una persistente istanza espressiva  manifestata col linguaggio dell’arte caratterizza l’interiorità spirituale di David Marcelli. Come un fiume carsico essa procede per percorsi  ora silenti, sotterranei  ora in barbagli esplosivi alla luce del sole manifestandosi  in trame diversificate in un ampio arco teso dalla primaria pratica delle arti figurative fino ad  inattese  formulazioni  di racconti e romanzi di buona fattura. In questi casi,  si tratta come di un  primo piano verbale costruito sempre nel contesto  di una generalizzata e predominante visualità giocata su registri multiformi che vanno dalla grafica, a partire dalla sorgiva pratica del disegno, alla pittura dai toni ora corruschi ora solari con i quali costruire e identificare un paesaggio dell’anima, in ogni caso mai astratto ma proveniente dalla quotidianità del vissuto anche se questo rimanda alle memorie della storia. Marcelli ricerca e costruisce come una sorta di approdo da dove ripartire al fine di  reperire risposte necessitate da un incoercibile itinerario esistenziale con  le  connesse incertezze,  attese e inquietudini. 
      L’impianto, specie degli ultimi dipinti sui quali l’artista sta sopra con una quasi bruciante passione , evoca un paesaggio archeologico del quale, al di là di usurate compiacenze folcloriche,  viene colta la dimensione strutturale,  la sostanza costruttiva , il dettaglio che rimanda all’inesorabile passare del tempo , conferendo al dipinto qualità simbolica. Così, l’opera più che evocare una lontananza  sentimentale, si espone come  scena palpitante di stati d’animo  la cui mutevolezza è colta emblematicamente dal trascorrere della luce. Questa da notturna,misteriosa si apre  alla luminosità del giorno  distendendosi ad avvolgere  un luogo  popolato di rovine  imponenti, quasi  intrise di virtuale eternità  che  testimoniano  dell’operare dell’uomo, del trascorrere della storia .
      In questo scenario costruito con densa cromia caratterizzata  da rimandi  espressionisti filtrati  dalla mediterraneità della Scuola romana,  la presenza costante di un’immagine femminile  assume i connotati  di un cerimoniale  che  si esprime nelle molteplici forme della sacralità, della danza, in una postura sacerdotale che trascorre in uno spazio  senza tempo nel quale si amalgamano in una sorta di egualitarismo espressivo le persone fisiche, le immagini di sculture, le architetture.
     Marcelli costruisce un mondo denso di misteri  che si articola in interni riservati nei quali penetra e si distende una lama di luce, in agorà pronto ad accogliere giovani danzatrici, in segrete stanze dove un colto Adriano imperatore raccoglie i tesori della cultura . Un paesaggio di attese ed enigmi del quale l’ onnipresenza della giovane  donna  allude   alla permanenza del genius loci. 
Tarquinia  30 settembre 2013                                                    Luciano Marziano 
  

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